IL LEVITICO E “NONNA EUROPA”

 
 

Nella mia lettura ciclica della Bibbia sono tornato su un libro un po’ snobbato. Lo si dice datato, obsoleto, inattuale, molto specialistico, un po’ codice di sacrestia e un po’ codice sanitario d’altri tempi. Un po’ tutto questo è vero, ma non esageriamo. Si tratta del libro del Levitico, il terzo di quei cinque che girano attorno a Mosè. A riscatto di questo libro cito un paio di sue perle spirituali:

1. «Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio sono santo» (Lev 19,2);
2. «Amerai io tuo prossimo come te stesso» (Lev 19,18).

Insomma, anche nel libro per noi meno leggibile dell’Antico Testamento troviamo qualcosa di prezioso.

Il Dio che si incontra Levitico non sempre è di buon umore. Lo si trova sovente severo e accigliato, e non esita a brandire, quando necessario, persino il tono della minaccia. Quando ci vuole ci vuole! Trascinando tutto ciò nel Giubileo della Misericordia, alla luce di quanto appena detto ce n’è abbastanza per concludere in prima battuta che Dio, pur essendo «misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore» (Es 34,6), non pratica una misericordia sessantottina, sempre e comunque garantita, per la quale fare il bene o fare il male è la stessa cosa, tanto si è comunque sempre perdonati. Anche la misericordia bisogna meritarsela, e se non la si merita arrivano batoste che il Levitico non lesina. Siamo nella logica del detto “patti chiari amicizia lunga”. E nel Levitico Dio parla chiaro. Del resto san Paolo, che se ne intendeva, scrive ai Galati (6,7) che Dio non si prende in giro.

Le batoste da un superiore arrivano in genere quando si trasgrediscono sue prescrizioni. Tra i vari divieti che leggiamo nel Levitico c’è anche questo: «Non ti coricherai con un uomo come si fa con una donna: è cosa abominevole» (18,22). Non prendetevela con me, ho citato la Bibbia! Di quanto questa “dormizione” sia poco gradita a Dio – abominevole per l’appunto -, sanno qualcosa i cittadini di Sodoma e Gomorra (cfr Gen 19).
Nel capitolo 26 del Levitico Dio snocciola una serie impressionante e terribile di minacce in caso di ostinata trasgressione dei suoi precetti, compreso naturalmente il caso della “dormizione” di cui sopra. Ne riporto una che ci conduce a questioni di attualità europea:

«Se, non ostante questi castighi, non vorrete correggervi per tornare a me, ma vi opporrete a me, anch’io mi opporrò a voi e vi colpirò sette volte di più dei vostri peccati. Manderò contro di voi la spada, vindice della mia alleanza; voi vi raccoglierete nelle vostre città, ma io manderò in mezzo a voi la peste e sarete dati in mano al nemico» (Lev 26,23-25).

Roba da tremarella! Dio è buono ma non bonaccione. Nella mia recente ennesima rilettura del Levitico mi è venuta in mente la nostra situazione attuale. “Nonna Europa” (Italia compresa) – come l’ha vivacemente chiamata papa Francesco – si affanna a legiferare le nozze-gay (o qualcosa di simile), oltraggiando la natura, che la pensa diversamente; cercando pure sistemi di adozione in modo che un “cucciolo di uomo” (Kipling) possa vivere i primi anni, importantissimi per l’assestamento antropologico della persona, senza conoscere l’altro versante dell’umanità. Un conto è la tendenza gay, verso la quale si può avere comprensione; un conto è una legislazione favorevole alla tendenza. Oggi dissentire da questo “estroso accoppiamento” è gabbato per ottusità retrograda e renitenza ai tempi moderni che lo reclamano. Il sesso ci è fornito dalla natura, ma essere uomini o donne è oggetto di libera scelta, persino con possibilità di alternanze stagionali, secondo alcune deliranti dottrine. Per fortuna non tutti la pensano così, ma la tendenza è forte e inquietante.

Inoltre dalle nostre parti non è più la natura a decidere chi deve nascere e chi no, ma è l’uomo con la sua arroganza scientifica, che malmena la natura anche nei suoi linguaggi più evidenti ed esclusivi, usurpandone le prerogative.

Ma c’è altro. Altra grande conquista dell’Europa (o di certa Europa) è la libertà di espressione spinta sino a vignette ignobili e disgustose che irridono, non solo uomini di religione, ma Dio stesso, scarabocchiando la Trinità in atteggiamenti di una volgarità pazzesca. E sì che la secolare tradizione pittorica europea ha dimostrato nei secoli ben altro rispetto verso il Divino, e ben altro cervello. Eppure la libertà di espressione è sovrana e anche le più indegne raffigurazioni vanno accettate come esternazioni di libero pensiero, che crede di esaltare la laicità oltraggiando la religione. Invece non fa altro che raccogliere commiserazione da chi ha conservato buon gusto e retto sentire. Gli autori di questo umorismo demente non si meritavano di certo la fine che fecero all’inizio del 2015, ma neppure la solidarietà planetaria che hanno avuto nell’immediato: una solidarietà all’insolenza e al degrado culturale. C’è un altro tipo di ateismo, ben più distinto e dignitoso, che merita rispetto. Mettendole alla pari, tanto la fede quanto la non fede possono essere salvate dalla buona fede.

Mi pare che in Europa alligni un menefreghismo religioso senza precedenti. In contemporanea l’Europa sta subendo aggressioni tremende e imprevedibili, quali mai si sono viste prima. Anche quando si verificano in territorio non europeo, il bersaglio preferito sono sempre gli europei: vedi i tedeschi “kamikazati” a Istanbul il 12 gennaio scorso. Tiriamo le somme. Voglio dire che queste carneficine sono una punizione di Dio per le aperture gay, per le alchimie genetiche e per la “gran conquista” della illimitata libertà di espressione? Come se Dio, essendosi aggiornato rispetto al Levitico, praticasse punizioni non più a base di spada (cfr Lev 26,25), ma di kalashnikov e di kamikaze? Neanche per sogno, questo non lo posso dire perché, per fortuna di tutti, Dio non sono io ma è un altro. Mio intento era dimostrare come un libro biblico, in apparenza obsoleto, ha tuttavia dei risvolti di drammatica attualità che per lo meno fanno pensare.

Morale della favola, l’uomo sta facendo due sforzi congiunti per squalificarsi e autodistruggersi: massacra l’ambiente e malmena i principi strutturali della sua stessa natura. A monte di tutto ciò sta un barbaro e feroce concetto di Dio di certo mondo islamico e lo sfratto intimato a Dio dal mondo occidentale, che proclama la sua autosufficienza, combinando disastri.

Monsignor Alberto Albertazzi