Celebrati i funerali di mons. Eusebio Regge

mons. Eusebio Regge
 
 
mons. Eusebio Regge

Di seguito un estratto dell’articolo sul Corriere Eusebiano dell’intervento del nostro Arcivescovo Marco Arnolfo durante i funerali di mons. Eusebio Regge:

«Tocca a me presiedere questa liturgia, anche se l’arcivescovo padre Enrico e il cardinale Versaldi hanno conosciuto il nostro caro fratello sacerdote don Eusebio molto meglio di me. Ma lo faccio volentieri, con grande riconoscenza verso Dio, che me lo ha fatto incontrare, e verso di lui, per quella speciale attenzione che mi ha sempre dimostrato», ha esordito nell’omelia con la consueta spontaneità mons.
Arnolfo, più che mai in veste di “don Marco”, come chiede a tutti di essere chiamato. E ha raccontato: «Mi ha telefonato per primo, a poche ore dalla mia nomina ufficiale, per poi inviarmi, qualche giorno dopo, l’opuscolo realizzato per i 40 anni di dedicazione di questa chiesa, nel quale sono illustrate le icone del maestro Papetti. E in ogni successiva occasione d’incontro, don Eusebio non mancava mai di parlarmi della sua comunità parrocchiale, della diocesi, dei suoi confratelli, sempre con lo stile schietto, allegro, arguto, anche provocatorio che lo distingueva. Mi ha portato in visita ai suoi amici dell’Anffas. Sembrava percepisse di non avere più tempo e di doversi affrettare a fornirmi osservazioni e consigli sulla sua amata Chiesa eusebiana».
«Certo non pensava – ha sottolineato l’arcivescovo di Vercelli – che sarebbe stato anche il primo tra i sacerdoti ad annunciarmi il suo gioioso incontro con Cristo risorto nella visione faccia a faccia. Sì, perché già lo aveva incontrato nell’Eucaristia e nei fratelli in 60 anni di ministero presbiterale e con entusiasmo, coraggiosamente, aveva annunciato il suo Vangelo, dal pulpito e con la testimonianza di vita. Ora potrebbe gridare a tutti noi come Maria Maddalena, di cui proprio oggi ricorre la festa: ho visto il Signore».

A quel punto l’omelia si è trasformata in un dialogo a due, tra il vescovo e il suo sacerdote. «Caro don Eusebio, ben ti rappresenta questa donna che, guidata solo dall’amore per Cristo, è diventata prima missionaria del Risorto. Tu hai sperimentato lo stesso amore e lasciato tutto per seguire, passo dopo passo, il grande amico e maestro Gesù, che ti ha spinto per le strade, nelle case, nelle scuole, accanto agli ammalati a portare un messaggio di gioia e di speranza, capace di conquistare gli animi più ribelli. Come quelli degli studenti che, ancora oggi, a distanza di anni, si ricordano di te.
Hai saputo vivere profondamente il tuo tempo, dalla contestazione sessantottina di ilde lorenzola ad oggi, portando sempre la notizia più sconvolgente: il Signore è qui e vi ama.
L’Amore vince le nostre divisioni e dona la vita. Certamente – ha proseguito don Marco – avrai già potuto abbracciare i tuoi cari e avrai incontrato il nostro patrono S. Eusebio, di cui porti il nome, che per primo ha annunciato il Vangelo in terra piemontese. Lo avrai sicuramente ringraziato per le sue parole scritte dall’esilio, che tante volte hai fatto risuonare in questa comunità: vi scongiuro, custodite la fede, conservate la concordia e perseverate nella preghiera. Tu per primo hai cercato di mettere in pratica queste esortazioni, custodendo la fede, accogliendo volentieri da me l’unzione degli infermi, perseverando nella preghiera sino agli ultimi istanti, quando potevi esprimere la tua partecipazione solo con una forte stretta di mano e facendo il segno di croce».
«Tu che hai sempre avuto una parola decisa e sincera te ne sei andato in silenzio nel raccoglimento, custodendo nel cuore le meraviglie operate dal Signore nella tua vita – ha detto l’arcivescovo Arnolfo – E la Vergine di Lourdes, oltre che titolare della tua parrocchia, è stata un punto di riferimento costante, di sostegno negli ultimi istanti di vita terrena, quando ripetevi più volte con lei: eccomi, si compia la tua volontà».

Alla fine l’accorata richiesta di intercessione.
«Il card. Poletto mi ha telefonato dicendomi: desidero farti le condoglianze perché il tuo prete don Eusebio era mio amico. Tuo prete: il prete è di Dio, è della comunità ecclesiale, ma appartiene anche a ogni altro prete, oltre che al suo vescovo. Ti chiediamo allora, carissimo don Eusebio, insieme con il Santo omonimo al quale sei accanto, di intercedere per la nostra Chiesa vercellese, affinché sappiamo prenderci cura dei sacerdoti che Dio ha donato al nostro presbiterio e alla nostra comunità parrocchiale. Tu e il nostro patrono, dal Cielo, pregate per i giovani nel cuore dei quali Dio ha seminato il germe della vocazione presbiterale, affinché si rendano conto di essere chiamati a una vita di gioia e di amore a servizio del Regno, come voi avete testimoniato nella vostra esistenza ».