XII domenica tempo ordinario Lc 9,18-24

 
 

– Chi è Gesù per ciascuno di noi? –

a cura di Mons. Sergio Salvini –

«Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare».
Le domande più profonde nascono sempre dal silenzio e dalla riflessione interiori ed egualmente la ricerca di risposte significative e continuamente aperte ad altre domande e risposte.
«Le folle, chi dicono che io sia?».

L’interrogativo di Gesù arriva oggi fino a noi e ci interpella, ci obbliga alla risposta. Ma tu, chi dici che io sia? Non chiede: cos’hai imparato da me? Qual è il riassunto del mio insegnamento? Vuole sapere: Io chi sono per te? Cosa immetto nella tua vita? E non esiste risposta nelle parole d’altri. Non servono libri o catechismi, studi o letture.

Gesù è la vita! E il nome della vita è gioia, libertà e pienezza, forza, coraggio e capacità di rialzarsi dalle cadute. Diceva Ilario di Poitiers: «Prima di conoscere te io non esistevo».
Cristo non è ciò che diciamo di lui, ma ciò che di Lui brucia in noi. La verità non è una formula, è ciò che ci arde dentro, che scalda il cuore e muove la vita.

La risposta di Pietro contiene quell’unica parola da annunciare: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». La confessione di fede dell’apostolo è grande, perché dice che in Gesù – e solo in Lui – c’è tutto Dio, ci sono tutta la verità, tutta la potenza. Significa anche, da parte nostra, che nessun altro è Signore e che ogni vita ha senso solo in rapporto a Lui. Una realtà e una conoscenza non raggiungibili dall’uomo, ma possibili solo per dono di Dio e proprio a partire dal segreto dell’uomo-Gesù: è il Figlio di Dio!

La Chiesa è fabbricata su questo segreto e anch’essa può apparire inadeguata al mistero che custodisce e al compito che Dio le affida. La beatitudine di Pietro è quella della Chiesa. Anche la Chiesa è puro dono di Dio. Per questo le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. La benedizione di Gesù a Pietro: «Beato te, Simone!», raggiunge ogni discepolo: felice sei tu, se la tua vita ha trovato Cristo, la roccia, e lo annuncia, lo racconta con fede.

Significative le parole della poetessa milanese Alda Merini: «Mi guardano negli occhi / e rimangono estatici / perché capiscono che io ti ho visto / ti ho sentito / e che qualche volta almeno / ti ho anche tradito».

L’essere cristiano non è una dottrina, non è una morale: il cristianesimo è una Persona, un dolcissimo sogno sempre tradito, ma di cui non ci è concesso stancarci.