Premio Placido Vidale all’Agape di Borgosesia

Sabato scorso nella chiesa di Billiemme, al termine della messa prefestiva presieduta per l’occasione dall’Arcivescovo, è stato conferito il 23° Premio fratel Placido Vidale, in memoria del marianista che tanto si spese a Vercelli per disabili e persone in difficoltà. «Il bene non fa notizia, ma fa la storia», ha sottolineato padre Enrico Masseroni, a fianco di padre Alberto Colombo, che regge la comunità di Billiemme. Destinataria del riconoscimento per l’edizione 2014 l’associazione Agape onlus di Borgosesia, che ha realizzato la casa di accoglienza “Santa Giovanna Antida”, per donne in difficoltà, inaugurata lo scorso 25 gennaio. A ritirare il premio è stata l’anima del progetto, suor Maria Lorena Pedron delle Suore della Carità di Sant’Antida. Agape, nata nel 2010, è costituita da volontari opportunamente formati e professionisti altamente qualificati, che si impegnano a trovare una sistemazione dignitosa per le donne vittime di violenza. Da qui l’idea di una casa di prima accoglienza in uno stabile del Comune di Borgosesia concesso in uso all’associazione con l’appoggio e il sostegno economico sia delle Suore di Sant’Antida di Vercelli che dell’Opera di San Francesco per i poveri di Milano. La struttura dispone di 14 posti, compresi i casi di mamme con bambini. L’intento è quello di restituire dignità a donne che hanno subito violenza come Placido Vidale la restituiva a disabili e poveri nella Vercelli anni Settanta. Prima che l’Arcivescovo consegni il premio, è tradizione ascoltare una testimonianza; questa volta è toccato a Eusebio Balocco, psicologo e psicoterapeuta, il quale, da funzionario della Provincia, sin dal 1971 ha sostenuto il marianista nella realizzazione della casa famiglia e di altre iniziative. «La scelta dei poveri è stata la sua cifra costante», ha esordito Balocco, e nel suo articolato intervento ha ratteggiato Placido uomo, fratel Placido cristiano e Placido profeta. «Tre aspetti coesistenti che in lui erano pratica quotidiana, senza scissioni». E ha ricordato un episodio preciso: nel 1980, a un convegno sulla disabilità, portò i disabili in sala… Questo lo rese inviso alle istituzioni e fu inoltre accusato di aver passato ai giornali la notizia che, mentre si lesinavano risorse per le opere a favore dei disabili, un gruppo di amministratori faceva un viaggio di studio in Australia, per vedere come fossero gestite analoghe comunità, con un costo immaginabile, Un gesto che costò a Placido l’esclusione dalle istituzioni. Ma lui, sempre calmo e umile come i veri testimoni del Vangelo, non amava l’ipocrisia» e chi aveva imparato a conoscerlo continuava ad amarlo e ad apprezzarlo.