Mons. Repole: «Sinodalità è corresponsabilità»

La sala S. Eusebio del seminario gremita sabato mattina
 
 
La sala S. Eusebio del seminario gremita sabato mattina

L’Arcivescovo di Torino ha parlato sabato in seminario nell’ambito della rassegna del Meic

«Inizio questo mio intervento con una premessa: ultimamente non parlo più troppo volentieri di sinodalità. E’ la ragione è semplice: c’è in giro una certa retorica per cui “tutto è sinodo” che rischia di farci perdere il senso profondo di questo termine…».

Con questo incipit, davvero originale l’arcivescovo di Torino, mons. Roberto Repole, ha iniziato il suo intervento, sabato mattina in un’aula S. Eusebio davvero gremita, nell’ambito della rassegna del Meic “Testimoni di futuro, per nutrire la speranza”. Il terzo evento 2023 aveva proprio come tema: “Essere Sinodo, non fare un Sinodo. Il volto della Chiesa nel cammino sinodale”.

E mons. Repole, vescovo e stimato teologo, non ha tradito le attese dei tanti operatori pastorali e parrocchiali che hanno accettato l’invito a questo momento di approfondimento sul cammino che la Chiesa eusebiana sta compiendo insieme a tutta la Chiesa italiana.

Partendo dalla premessa mons. Repole ha sviluppato un ragionamento mirato proprio a ridare forza al concetto di sinodo, ricollegandolo alla svolta operata dal Concilio Vaticano II: «Anche se nei documenti del Concilio – ha ammesso il relatore – non compare mai un riferimento diretto alla sinodalità, è indubbio che tale principio era intrinseco nelle modalità con cui quel grande evento si svolse. Furono poi i canonisti e i teologi a sostanziare questo principio iniziando strutturare una visione sinodale nella vita della Chiesa».

Tuttavia la spinta più forte a rimettere al centro la sinodalità è stata impressa da papa Francesco: «Con Bergoglio la sinodalità viene designata come “stile” peculiare per la vita e la missione della Chiesa. L’approccio sinodale si inizia a declinare con il concetto di corresponsabilità, di impegno comune sulla scorta del passaggio evangelico di Matteo in cui Cristo ci dice “quando due o tre di voi sono riuniti nel nome del Padre che sta nei cieli io sarò con loro”…».

In conclusione mons. Repole ha invitato a non disperdere la grande opportunità offerta dal sinodo: «La discussione in atto nella Chiesa non deve condurci a creare una “maggioranza”, ma una comunione di intenti, nella consapevolezza che l’unità non è uniformità ma condivisione attraverso la capacità di sintesi». 

Al termine della relazione dell’Arcivescovo di Torino, i partecipanti alla mattinata si sono riuniti in alcuni laboratori per approfondire il tema della sinodalità, con una restituzione finale in assemblea di tali lavori.

(Sul numero del Corriere eusebiano in edicola da venerdì 18 marzo ampia sintesi dell’incontro con mons. Repole)

La registrazione integrale di questo e dei precedenti appuntamenti del Meic è reperibile sul canale youtube Sant’Eusebio Channel