L’antico rito dello svelamento del Crocifisso

 
 

Duomo di Vercelli gremito all’alba di Pasqua

Duomo gremito in questa mattina di Pasqua per la messa dell’alba, con lo scoprimento del Crocifisso argenteo dell’anno mille che domina la navata centrale della cattedrale di S. Eusebio.Tanti fedeli, di Vercelli e dei paesi limitrofi, ma anche tanti bambini e giovani, presenti alla celebrazione presieduta dall’arcivescovo mons. Marco Arnolfo. “Mentre percorrevo in processione il duomo gremito ho visto tanti ragazzi e bambini – ha detto nell’omelia l’arcivescovo di Vercelli – Perché i vostri genitori vi hanno svegliato presto questa mattina per venire a questa messa, che è unica? Perché il nostro crocifisso, che abbiamo svelato e che ha più di mille anni di storia, è un crocifisso molto particolare. Non ci presenta un Gesù morto sulla croce, ma ce lo presenta già dopo la morte, quando lui è risorto. E’ vivo, è glorioso. In testa non ha una corona di spine, ma una corona regale: ha gli occhi aperti e ci guarda. E ci parla. Ci dice che dobbiamo essere fedeli sulla croce, fedeli alla volontà del Padre, all’amore. Anche all’amore più scomodo, verso i nemici che ci hanno fatto del male. Che ci dice di non cedere alle tentazioni, di essere forti davanti alle prove della vita, di non farci prendere dalla cattiveria, che è tipica di tutti noi peccatori”. Mons Arnolfo ha aggiunto: “Siamo orgogliosi di questa tradizione vercellese che in questa croce ci fa vedere la logica dell’amore, che è contraria alla logica di questo mondo, alla logica delle guerre, alla logica che rinuncia al dialogo, che rinuncia alla ragione per lasciar spazio all’inciviltà bestiale di chi vuole imporre le sue idee con la forza, con i carrarmati o le bombe. Noi dobbiamo essere testimoni di questa vita nuova che risplende in Cristo. Dobbiamo essere , come dice San Paolo, lievito che fermenta”. L’arcivescovo Arnolfo ha poi letto la preghiera dedicata alla Croce e scritta da Padre Enrico Masseroni.

Mons. Arnolfo ha chiamato poi vicino all’altare i tanti bambini e ragazzi presenti in chiesa, per la benedizione finale e per osservare con uno sguardo intenso il Crocifisso dell’anno mille.