La croce della vita – XII domenica tempo ordinario

 
 

«Chi dite che io sia?» (Lc 9, 20). Gesù interpella i suoi, Gesù ci interpella. Pietro afferma che egli è il «Messia», «l’Unto di Dio» (Christòs), che si identifica con la misteriosa figura del «Figlio dell’Uomo», colui che realizza la vocazione del «Servo di Yavè»: «Di- sprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire… Egli è stato trafitto per le nostre colpe… il giusto mio servo giustificherà molti» (Is 53). Cristo si dona totalmente sino alla morte in croce. Per Dio sono importanti non tanto la quantità e il valore delle nostre azioni quanto l’intenzione che le anima, il cuore: è la motivazione del gesto che fa il cristiano. Ma chi è Gesù per te? Per rispondere a questa domanda, occorre prendere ogni giorno la propria croce e scegliere da che parte stare, affinché il Vangelo, la “Buona Novella”, si affermi nel mondo contemporaneo. L’attesa del Messia è uni- versale: anche il noto biblista Romano Penna lo ha rilevato parlando dell’«attesa del Messia sacerdote-politico, come nella comunità di Qumran che tendeva a fomentare questa speranza nel popolo». Gesù evita con grande attenzione che la gente si esalti e pretenda che egli moltiplichi il pane; non vuole che il popolo equivochi la sua figura, ritenendolo solo colui che risolve i problemi immediati della vita quotidiana senza dona- re speranza e salvezza. In- fatti il nome “Gesù”, «Dio salva», può evocare i con- tenuti più diversi. Quella domanda: «Voi chi dite che io sia?» continua a provocare ogni uomo e soprattutto ogni cristiano. Allora preghiamo così per avere una maggiore intelligenza del significato di Cristo nella nostra vita: «Signore, che cosa sono io per te, perché tu voglia essere amato da me al punto che ti inquieti se non lo faccio, e minacci severamente? Come se non fosse già una grossa sventura il non amarti! Dimmi, ti prego, Signore Dio misericordioso, che cosa sei tu per me? Dì alla mia anima:
“Io sono la tua salvezza”. Dillo, che io lo senta. Le orecchie del mio cuore, Signore, sono davanti a te; aprile e dì alla mia anima: “Io sono la tua salvezza”. Rincorrerò questa voce e così ti raggiungerò; tu non nascondermi il tuo volto» (Agostino d’Ippona, Confessioni I, 5).