La Chiesa e i soldi

 
 

Questo titolo è abbastanza intrigante e non privo di una certa attualità, istituzionale e mediatica. Cominciamo dalla prima, dando “istruzioni per l’uso”.

Domenica 2 maggio 2021 è la giornata annuale di sensibilizzazione dell’8xmille alla Chiesa cattolica. Spieghiamo cosa significa questa specie di logaritmo 8xmille e come funziona. Dovrebbe essere già noto ma repetita iuvant (=ripetere conviene). Leggiamolo per disteso: “otto per mille”. Significa che se io di tasse pago 1000 euro, 8 di questi sono destinati alla Chiesa cattolica. Le vengono assegnati in automatico mettendo, tra le varie opzioni in coda al CUD 2021, la mia firma nella casella della Chiesa cattolica. Provvede poi l’Agenzia delle entrate, o chi per essa, a girare l’ammonto nazionale 8xmille alla Chiesa cattolica italiana. L’8xmille in definitiva non è altro che un’indicazione che il contribuente dà allo Stato circa la destinazione di un’infima percentuale del tributo che gli deve e non comporta nessun onere aggiuntivo.
Occhio che chi riceve soltanto il CUD, non è obbligato a consegnarlo all’Agenzia delle entrate. In tal caso verrebbe a mancare la firma a favore della Chiesa cattolica: onde l’esortazione a consegnarlo comunque o almeno, in busta chiusa e sigillata, alla Parrocchia, che provvederà al recapito.

Fin qui i meccanismi di funzionamento. E adesso allarghiamo lo sguardo e parliamo di Chiesa e soldi. E’ un tema che soprattutto ai nostri giorni suscita curiosità e magari anche un pizzico di sospetti! Sappiamo benissimo come Gesù, che ne è fondatore e patriarca, la pensasse. Rammento, una per tutte, la sua candida dichiarazione di non avere neppure una pietra ove posare il capo (Luca 9,58): una povertà pre-francescana! Ma sappiamo altrettanto bene che dei soldi non si può fare a meno. Tutto dipende dall’uso che se ne fa e quanto li facciamo contare nella nostra vita. Se progettiamo la vita in funzione dei soldi, deragliamo in partenza. Bellissima è una massima formulata da un certo Agur, figlio di Iakè, da Massa (siamo nella Bibbia), il quale si rivolge a Dio con questa preghiera:

Non darmi né povertà né ricchezza, ma fammi avere il mio pezzo di pane (Proverbi 30,8) NDR La preferivo nella versione latina: mendicitatem et divitias ne dederis mihi: tribue tantum victui meo necessaria (= non darmi né povertà né ricchezza; assegnami soltanto ciò che è necessario per il mio sostentamento).

Anche gli spiriti più acuti dell’antico mondo classico erano sensibili al frugale possesso di poco (In latino parcitas). Il poeta latino Orazio († 8 aC) dichiara infatti:

Io mi nutro di olive, di cicoria, di malve leggere. Me pascunt olivae / mi ci chorea levesque malvae (Odi I, XXXI 15-16)

Non era dunque un Pantagruel (Noto personaggio di RABELAIS († 1553), non particolarmente moderato nell’alimentazione). E, rientrando nella Bibbia, san Paolo da par suo lancia un severo monito nella prima Lettera a Timoteo (6,7):

Non abbiamo portato nulla nel mondo e nulla possiamo portare via.

Ce n’è quanto basta per convincersi che il denaro è una necessità da non doversi amare, ma solo da utilizzare saggiamente. E la Chiesa come lo utilizza? Limitiamoci al fondo 8xmille. Lo utilizza in tre modi:

  1. Sostentamento del clero;
  2. Interventi caritativi;
  3. Tutela e manutenzione del colossale patrimonio storico artistico di sua competenza.

Siamo quindi nell’ambito del quinto e ultimo dei cinque precetti generali della Chiesa: “Sovvieni [=dà una mano] alle necessità della Chiesa”. Cfr Catechismo della Chiesa Cattolica 2041-2043

Sostentamento del clero. Ormai non credo che più nessuno possa dire, tranne gli ottusi irriducibili, che i preti non lavorino e se la spassino. Di fatto non possono andare in pensione neppure raggiunta l’età pensionabile, perché non si sa chi mettere al loro posto. Diventano quiescenti solo quando finiscono fra le classiche quattro assi o rincitrulliti su una sedia a rotelle. Diversamente in età super- pensionabile devono sciropparsi magari anche cinque parrocchie in zona disagiata, con l’onere di provvedere, oltre che ai fedeli nell’ambito di loro competenza, anche a tegole e mattoni. E lo stipendio mensile di un parroco verso il traguardo biografico si aggira sui 1200 euro.
Va precisato che idealmente il parroco avrebbe diritto di sopravvivere con i fondi della parrocchia di cui è a servizio. Sembra insinuarlo san Paolo nella prima Lettera ai Corinti (9,1-14). Il fondo 8Xmille integra “eventuali” insufficienze, che diventano particolarmente vistose, se il cestino/questua delle Messe domenicali raccatta poco più di 100 euro al mese!
Ci possono essere, e ci sono, dei parroci provenienti da famiglia benestante che riescono quindi a tirare avanti onorevolmente. E dei lasciti di famiglia cosa se ne fanno? Magari esistono dei preti che se li coccolano affettuosamente in Banca. Ma ci sono, e ne conosco, dei parroci che preferiscono condividere la “filosofia economica” che ci insegnano il libro dei Proverbi, la prima Lettera a Timoteo e il latino Orazio, sopra citati. Sono informato di parroci che sborsano fior di quattrini di tasca loro per manutenzione della chiesa e interventi caritativi in ambito parrocchiale. Quindi, a parer mio, il primo benefattore della parrocchia deve essere il parroco, nel limite delle sua possibilità.
Interventi caritativi. La chiesa è sempre in prima linea quando si tratta di portare soccorso a calamità naturali, pandemie, forme di indigenza croniche e diffuse.
Tutela del patrimonio storico-artistico. Non posso tacere ciò che è più che ovvio: tenere tutto in buona salute artistico- architettonica è impossibile. Basta un terremoto per frantumare monumenti colossali e ci si può mettere anche la follia umana. E comunque anche solo il tempo è inesorabilmente logorante: lo dimostrano gli antichi monumenti greco- romani e altri. Ma ogni sforzo per salvaguardare più che si può va fatto.
Per tutte queste ragioni la firma 8xmille è ben finalizzata alla Chiesa cattolica, la quale se l’aspetta da parte dei fedeli soprattutto praticanti, che di lei si riconoscono figli.
Mi si dice che il fondo 8xmille alla Chiesa cattolica sia in progressiva diminuzione anno per anno. Si deve probabilmente al fatto che il CUD offre tredici opzioni di assegnazione. E magari anche al fatto che in questi ultimi tempi la Chiesa Cattolica ad alto livello non abbia brillato di preclara esemplarità pecuniaria… Ma papa Francesco è intervenuto con grinta a bacchettare e palettare il denaro troppo allegro maneggiato da certi funzionari vaticani.