Con la Comunità S.Egidio il 2 e il 5 gennaio l’Arcivescovo Marco a pranzo con i detenuti

Concluso
  • Inizia (mm/gg/aaaa):
    2 Gennaio 2015, 12:00
  • Termina (mm/gg/aaaa):
    5 Gennaio 2015, 23:59
 
 

Festeggiare il Natale e vivere in carcere: è grande la sofferenza di trovarsi lontani dai propri cari, dai propri luoghi, dalla vita che “fuori” vorrebbe gioire, ma dentro non ci riesce. Da più di dieci anni la Comunità di Sant’Egidio è presente nel carcere di Biliemme di Vercelli, offrendo in maniera del tutto gratuita, amicizia, ascolto, condivisione della fede e delle necessità della vita, aiutando e sostenendo soprattutto i detenuti più poveri e quelli più lontani dalle loro famiglie o che una famiglia non l’hanno o non l’hanno più, promuovendo incontri di riflessione, di approfondimento, che sostengono un legame con la vita del mondo “fuori”. Allora Natale diventa un punto centrale nella costruzione di quel legame tra chi è “fuori” e chi è “dentro”, per essere tutti insieme, “dentro” il vero presepe, quello vivente, quello realizzato nella vita vera di chi soffre, proprio lì dove Gesù torna a nascere.

 

 

Due appuntamenti nell’imminenza del Natale hanno coinvolto per uno scambio di auguri la sezione femminile e alcuni bracci del carcere vercellese. Il 2 gennaio, alle 12, gli amici della Comunità di Sant’Egidio accoglieranno invece i detenuti delle sezioni ordinarie, insieme al Direttore della Casa Circondariale, dott.ssa Tullia Ardito, e al personale direttivo in servizio al Penitenziario, e quest’anno per la prima volta, siederà a tavola con i detenuti il Vescovo, mons. Marco Arnolfo.

La Comunità di Sant’Egidio ha preparato per tutti un vero Pranzo di Natale, dall’insalata di mare alle lasagne, dal polpettone alle patate al forno, per finire, naturalmente, con panettone e spumante. Al termine del pranzo, un allegro Babbo Natale, offrirà a ciascuno un dono e uno spazio di festa e di intrattenimento musicale concluderà questa giornata speciale. Si replicherà il 5 gennaio,con i detenuti di altre due sezioni del carcere.

 

 

Le feste dei prossimi giorni si inseriscono in una lunga e bella tradizione che la Comunità di Sant’Egidio ha inaugurato a Roma nel 1982 , quando ha raccolto un piccolo gruppo di anziani soli e poveri nella basilica di Santa Maria in Trastevere. Da allora la tradizione si è diffusa in tutto il mondo, tanto che quest’anno più di 170.000 persone in 70 paesi del mondo si sono sedute alle tavole del Natale con la Comunità. Sono feste che si svolgono in grandi città e piccoli villaggi sperduti, raggiungono folle di bambini, malati e anziani soli negli ospizi , persone senza fissa dimora e, appunto, tanti prigionieri. I Pranzi di Natale desiderano portare la festa e la gioia del Natale anche negli angoli più bui, più freddi, più sperduti e dimenticati.

 

San Francesco d’Assisi amava dire che il pranzo di Natale è “la festa delle feste”, il giorno in cui preparare un posto per tutti perché nessuno sia escluso da una festa così bella. E così le carceri sono uno dei luoghi privilegiati in cui apparecchiare una tavola per un Natale pieno di amicizia e di solidarietà, un Natale che porta la sua gioia oltre i muri che ci dividono e ci rendono estranei gli uni agli altri, un Natale che sia vero per tutti.