Età o peso?

 
 

Avverto subito il lettore serioso che questo foglio è poco serio. Mi è venuta voglia di approfondire con nuovi elementi un tema che trattai in precedenti edizioni, forse quando ero rettore del seminario.

Faccio presente che questo foglio mensile va avanti da una trentina d’anni, seppure scritto in località diverse. Lo ereditai dal mio predecessore parroco di Robbio Lomellina, trasferito vescovo a Cuneo, e l’ho portato avanti. Ora comincio a essere stufo, e forse anche i lettori che non sono peraltro obbligati a leggero. Sventolai bandiera bianca allo scoccare dei miei 75 anni di età, ma fui supplicato di continuare. Lusingato, mi sono rassegnato a proseguire, ma a tutto c’è un limite. Veniamo a noi.

Età o peso? Cosa vuol dire, a che proposito? Sono categorie talmente diverse… Essendoci aria di 2 di novembre, dibatto la questione mettendomi sulle epigrafi funebri, che solitamente specificano gli anni del defunto/defunta: probabilmente per smuovere la compassione e la solidarietà verso i superstiti, se il medesimo/medesima è morto/morta anzi tempo; oppure per esternare soddisfazione per la sazietà biografica da lui/lei raggiunta, se è stato/stata confezionato/confezionata in cassa da morto/da morta decrepito/a.

Il femminismo maniacale oggi imperante, e non assente neppure dalla liturgia, mi obbliga a specificare il genere del defunto e della defunta, che si ripercuote naturalmente sulla cassa, che diventa in automatico “da morta” se ci viene installata una signora. Per semplificare la grafica e la lettura userò, quando possibile, il termine cadavere: maschile ma applicabile anche a femmine. O magari anche il termine salma, femminile ma calzante anche sui maschi. Cercherò pertanto di usare in alternanza cadavere/salma.

Mi chiedo: perché nell’epigrafe funebre, invece dell’età, non si specifica il peso del defunto/defunta? Sarebbe pittoresca un’epigrafe funebre così formulata: “E’ deceduta la signora Secolina Centenari1 di Kg 100”. Ovvio che, se si entra in quest’ottica, il costo del funerale potrebbe essere calcolato in base al peso del/della protagonista. Già: ma peso lordo o peso netto? Per peso netto s’intende il solo cadavere. Per peso lordo s’intende la salma più la cassa da morto/da morta. E’ una questione che lasciamo aperta, stiamo solo facendo ipotesi pionieristiche.

In ogni caso, sarebbe più facile e oggettivo fare un preventivo di spesa, in quanto il pompiere funebre dovrebbe specificare in preliminare alla committenza il costo al chilo, magari anche con insegne tipo “Funerali a € 50,00 al Kg tutto compreso”, da posizionarsi all’ingresso dell’agenzia e in inserti pubblicitari come quelli lugubremente scintillanti sull’elenco telefonico.

L’impatto emotivo non dovrebbe essere molto diverso da quello provocato dalle epigrafi tradizionali. Si tratterebbe soltanto di rimodulare lievemente i commenti di circostanza, oggi formulati all’incirca così: “Ma guarda, aveva 93 anni! Non li dimostrava proprio …”. Oppure: “Aveva solo 56 anni! Gliene davo di più …”. La modulistica funebre che si sta ipotizzando, potrebbe dare luogo a commenti tipo: “Ma guarda, pesava 91 chili, lo/la facevo più magro/magra”; oppure “Pesava solo 64 chili, lo/la facevo più pingue”. Evviva gli aggettivi bisex che evitano lo stucchevole sdoppiamento grafico o/a!

La lacrimazione di parenti e amici non verrebbe a cambiare rispetto a quella dei funerali attualmente in uso; e neppure gli strofinamenti dorsali assai praticati prima del covid. Quanto qui si sta dicendo inciderebbe soltanto sull’epigrafe e, in base a quanto sopra (s)ragionato, sul costo del funerale.

Un’ultima ipotesi potrebbe essere quella di evitare l’alternativa: perché età o peso, e non età e peso? Forse sarebbe la formula migliore, in quanto congiungerebbe le coordinate nelle quali ci dimeniamo: lo spazio e il tempo. Lo spazio risulterebbe soddisfatto dall’indicazione del peso che rimane pur sempre una dimensione spaziale; e il tempo dall’indicazione dell’età. Entrambi dalla morte vengono aboliti – salve precisazioni dantesche di cui fra breve -, perché transito dallo spazio limitato allo sconfinato e dal tempo all’eternità. In tale ipotesi l’epigrafe potrebbe essere così formulata: “E’ morto ad anni 78 Almorto Almortazzi di Kg 79. Non fiori ma opere di bene”. Opto in definitiva per questa ipotesi terminale che mi sembra sobria, dignitosa e completa. Ne autorizzo il collaudo quando sarà la mia volta.

Ora una nota dotta, intonata sull’anno dantesco ormai agli sgoccioli. Il sommo Poeta nel Purgatorio (XXIII 22-24) si imbatte nei golosi, ridotti a pelle e ossa per la legge del contrappasso2. Nell’Inferno (XXX 49-51) invece si intrattiene con un cacciaballe3, di nome Adamo4, non altrimenti precisabile, orridamente panciuto causa idropisia, tanto che un suo vicino5col pugno li percosse l’epa croia” (v. 102): un bel pugno sul panzone, “che sonò come fosse un tamburo” (v. 103)! Quindi magri e grassi, leggeri e pesanti se li è trovati anche nell’Aldilà.

Gli anni quindi sono scomparsi con la morte, mentre a parere dantesco l’assetto gravitazionale (peso), almeno nelle sue parvenze, varca anche quella porta “lo cui sogliare a nessuno è negato” (Inferno XIV 87). E’ la porta della morte. Un motivo in più per specificare in epigrafe il peso funebre (!?).

Qualcuno mi ha fatto notare che i miei fogli stavano diventando troppo seri e cominciava preoccuparsi un po’ della mia salute mentale: lo tranquillizzo con questo che, ci sintonizza sul il 2 novembre, sguazzando in una corrente di pensiero, ormai nota come Alta Idiozia, che potrebbe meritarsi anche un premio Nobel.

Però adesso diventiamo seri. Fin qui abbiamo discettato, in maniera cretinetta e di dubbio gusto, di morti, di morte e di casse da morto/morta. Ora allarghiamo lo sguardo verso la morte eventuale del pianeta che ci sopporta.

Ai nostri giorni si teme, forse anche con enfasi mediatica, per la vita del pianeta che si dice compromessa causa riscaldamento globale e devastanti fenomeni atmosferici. Ma se sono spariti i dinosauri, chi ci garantisce che non possa sparire anche l’uomo? Chi ci garantisce che il clima debba essere sempre uguale, anche se l’azione umana contribuisce ad alteralo? Se ci sono state delle glaciazioni chi ci garantisce che non ci possano essere delle s-glaciazioni? Anche su Marte, da noi umani visitato con sofisticati marchingegni, si sospettano rimasugli di una vita preesistente.

La fine del mondo, o morte del pianeta che dir si voglia, pur senza improvvise e fiammeggianti scenografie apocalittiche in senso biblico, non potrebbe avvenire progressivamente, lentamente, come una specie di irreversibile e globale assopimento planetario per un raffinato castigo di Dio, da congiungersi col giudizio universale? Comunque sia, non possiamo dire di non meritarcelo. Il problema sarebbe fare il funerale al pianeta …

Ho scritto questo foglio, in maniera poco riguardosa verso “sora nostra
morte corporale” (S. Francesco), dietro non poche sollecitazioni che mi sono giunte per un foglio mortuario a novembre. Del resto, se il giorno dei morti (2 novembre) è carnevalizzato con enfasi crescente
in halloween, il cui “spessore culturale” viene trascinato anche nelle scuole e sponsorizzato da istituzioni, ci possono stare anche le fresconate che ho scritto. Da tempo siamo abituati allo sbertucciamento
delle feste cristiane: Gesù Bambino è subissato da Babbonatale e i Magi.

1 Nome non da me inventato, ma letto su un Topolino anni ’50 del secolo scorso.

2 E’ una legge dantesca che vuole le pene infernal- purgatoriali opposte o analoghe al peccato dominante.

3 Più precisamente un falsificatore di monete.

4 Sussiegosamente qualificato come “Maestro Adamo”.

5 E’ “Sinon greco da Troia” (v. 98), che convinse i Troiani a tirarsi dentro sciaguratamente il cavallo ideato dall’ing. Ulisse.