Un tempo di grazia – I domenica di quaresima

 
 

L’eden e il deserto

Quaresima, tempo favorevole per riscoprire la nostra dignità di figli di Dio. Lo siamo diventati per adozione nel giorno del battesimo, quando su di noi è stato invocato il nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Nessuno però è esente dalle conseguenze del “peccato originale”. L’invito alla conversione pertanto risuona, come una melodia liturgica invitante ad accogliere il dono della redenzione, e attraversa tutta la Quaresima come tempo opportuno.

La parola di Dio  ci pone di fronte a  due scenari contrapposti: l’eden e il deserto.

La prima lettura evoca l’opera della creazione che ruota attorno all’uomo e alla donna,  creati a immagine e somiglianza di Dio. In questo quadro straordinario si inserisce il dramma della colpa d’origine: la prima coppia umana,  suggestionata dal demonio, rifiuta la sua relazione con il  Creatore e consuma il primo peccato come folle presunzione di mettersi al posto di Dio.

Dalla cacciata dall’eden fino agli estremi confini del mondo, ogni persona è soggetta alla tentazione. La  seduzione più distruttiva  è sempre quella di spezzare ogni vincolo di dipendenza da Dio, nell’illusione di costruire un umanesimo folle senza di Lui. Se nella tentazione il diavolo  fa apparire Dio illusorio o superfluo, come ha fatto con i nostri progenitori, è chiaro perché anche oggi l’uomo è tentato di fare a meno di Lui e cerchi solo ciò che è immediato per  soddisfare le proprie passioni.

La sensualità, il possesso e il dominio, quando impongono la loro logica, generano rovina. La storia dell’umanità documenta in modo drammatico la potenza devastante degli idoli del mondo. Ogni giorno siamo testimoni degli effetti nefasti prodotti  dalla sete di denaro, dall’ambizione e dal potere, sia a livello  familiare che a livello  sociale  e politico.

Dalla seduzione alla vittoria

Un’umanità perduta?

No. Nella desolazione del deserto, luogo di preghiera e di solitudine, che rende  essenziale il rapporto con Dio, Gesù, dopo un lungo ed estenuante digiuno, si sottopone volontariamente alle più violente tentazioni del diavolo, perché la sua vittoria diventi esemplare, anche per la nostra vittoria sul male.

Con Gesù ha inizio  la redenzione dell’uomo, perché, come nuovo Adamo, Egli diventa il primogenito di una nuova umanità contrapposta al primo Adamo, che si è lasciato travolgere dall’inganno di Satana. La vittoria sul tentatore  riportata da Cristo ci ha donato beni migliori di quelli che il peccato ci aveva tolto: «Dov’è abbondato il peccato, è sovrabbondata la grazia» (Rm 5,20).

Il deserto scuola di vita

Anche noi abbiamo bisogno di “deserto” per riscoprire il senso del nostro vivere e la forza dell’operare guardando Gesù. La Quaresima è occasione opportuna per rivedere la nostra vita. L’immersione nel mondo e nelle sue ambiguità impegna al discernimento e a scelte decise per non cedere alle mode. Il deserto diventa capacità di prendere le distanze da un modo di pensare e di operare antievangelico, per sottrarre la vita alle ambiguità. Il deserto è ricerca di spazi per una riflessione personale alla luce della Parola; è ascolto e dialogo con Dio attraverso  la   preghiera più intensa per riconoscere la sua volontà e attingere forza per attuarla. Il deserto richiama l’essenziale della conversione: dall’egoismo alla carità solidale verso i poveri e richiama un cammino di  penitenza che significa  «prendere la propria croce, ogni giorno, e seguire Gesù» (Catechismo della Chiesa cattolica 1435).