S. Egidio: il 27 giugno la preghiera “Morire di Speranza”

 
 

Nella chiesa di S. Lorenzo il ricordo di chi perde la vita nei viaggi verso l’Europa

Venerdì 27 giugno alle 20.45 nella chiesa di San Lorenzo, in corso Libertà 188 a Vercelli, si terrà anche quest’anno “Morire di Speranza”, una preghiera in memoria di chi perde la vita nei viaggi verso l’Europa. L’iniziativa, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, sarà presieduta dall’Arcivescovo mons. Marco Arnolfo  e avrà carattere ecumenico, con la presenza di rappresentanti della Chiesa Ortodossa romena e della Chiesa Valdese-metodista di Vercelli. Saranno presenti anche membri di diverse associazioni e singoli cittadini che si occupano deimigranti , insieme ai migranti stessi che, da poco o molto tempo, vivono in città. Nel corso della preghiera saranno pronunciati ad alta voce alcuni nomi di chi è morto in circostanze così tragiche nell’ultimo anno, accompagnati dall’accensione di candele in loro memoria, da riflessioni e da canti. ”Morire di Speranza” è una sosta di raccoglimento e riflessione per tenere viva la memoria di tutti coloro che, cercando speranza e dignità, hanno trovato invece la morte lungo le rotte migratorie. Non vogliamo assuefarci, infatti, a quella che è una delle più grandi tragedie del nostro tempo: fermarsi, fare memoria, pregare insieme è cominciare a sgretolare quel muro di indifferenza che si è innalzato anno dopo anno di fronte alle ricorrenti notizie di morte nel mare, nell’attraversamento di fiumi, nel deserto. Passano ormai in secondo piano notizie come la morte , il 25 maggio scorso,  di due bambini  di due e quattro anni che viaggiavano su un gommone con a bordo altre 63 persone, tutte subsahariane, partite dalla Libia. Una volta in alto mare il motore si è guastato lasciando i migranti in balia del vento e delle intemperie per giorni. I  due piccoli, entrambi originari  del Ghana, non ce l’hanno fatta e sono morti di fame e sete , dopo una lenta agonia. Si calcola che quasi 9000  persone abbiano perso la vita lungo le rotte migratorie nel 2024: il numero più alto mai registrato in un solo anno, secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. Le 2.452 morti documentate nel Mar Mediterraneo nel 2024 non rappresentano il massimo storico annuale, ma il numero elevato dimostra la necessità urgente di sistemi adeguati di ricerca e soccorso, così come di percorsi migratori sicuri e regolari come alternativa a questi viaggi rischiosi . Sono  “i corridoi umanitari” promossi a partire dal 2016 da Sant’Egidio,  che finora hanno permesso a 8000 profughi di raggiungere l’Italia e altri paesi europei in modo regolare , evitando i pericolosi viaggi sulle “carrette del mare”.

Accogliere e integrare i profughi  restituisce, sì,  vita e futuro a tanti, ma è anche una via di salvezza per i nostri paesi,  li arricchisce  di umanità e immette linfa nuova nelle nostre società un po’ invecchiate e ripiegate su di sé: tante  associazioni,  parrocchie, famiglie,  singoli cittadini di buona volontà hanno  accolto generosamente la proposta dei corridoi umanitari e  stanno vivendo in questi anni la  felice esperienza di un “accoglienza diffusa” ai profughi.  Solo in questo modo , attraverso l’inclusione, e non nella chiusura in se stesse , le  nostre società potranno costruire un futuro migliore, rinnovarsi ed essere più sicure.