Prima domenica di Quaresima

A cura della Fraternità della Trasfigurazione
Tutti gli anni nella prima domenica di Quaresima la Chiesa presenta il Vangelo delle tentazioni, che oggi leggiamo nella versione di Luca. L’autore per ben due volte evidenzia l’azione e la presenza dello Spirito: Gesù è “pieno di Spirito Santo” e, sempre dallo Spirito Santo, è “guidato nel deserto”. Questa sottolineatura si ricollega a quanto l’evangelista aveva scritto nel capitolo precedente quando, nella scena del battesimo, lo Spirito era disceso su Gesù mentre una voce dal cielo proclamava: “Tu sei il Figlio mio” (Lc 3,22). Essere figli non è solo un dato di fatto, uno stato, ma è anche un divenire e la tentazione, che in questo testo viene sintetizzata attraverso le tre prove a cui Gesù è sottoposto, offre l’opportunità di radicarsi sempre più nella propria identità filiale; la offre a Gesù, che condivide pienamente con noi la natura umana, e a ognuno di noi, nella cui interiorità lo Spirito vuole plasmare il volto del Figlio. Che cosa significa, però, crescere nella figliolanza, che cosa ha voluto dire per Gesù e quali atteggiamenti ognuno di noi è invitato ad assumere? È impossibile suggerire un’unica risposta e per tale motivo ci limiteremo a considerare un aspetto particolare, vale a dire quel modo di essere e di porsi che forse maggiormente esprime il significato della figliolanza: la fiducia. Le tre tentazioni a cui il diavolo sottopone Gesù possono infatti essere lette come una sorta di sfida, dove le scelte suggerite hanno lo scopo di spezzare il legame del Figlio con il Padre e di separarlo da lui. Il consiglio di trasformare le pietre in pane può essere interpretato come una proposta di pensarsi e ritenersi autosufficienti, quasi che la possibilità di soddisfare i bisogni primari bastasse per saziare e rendere felice l’uomo. La risposta di Gesù: “Non di solo pane vivrà l’uomo” rappresenta così il rifiuto di una visione riduttiva, ma purtroppo molto attuale, dell’essere umano la cui felicità dovrebbe coincidere con il benessere. “Se tu sei Figlio di Dio”, insinua il diavolo; proprio perché Figlio, Gesù sa che il pane non può bastare, poiché tutti abbiamo bisogno di legami profondi grazie ai quali possiamo sentirci amati e amare. Anche la seconda tentazione può essere intesa come un tentativo da parte di satana di rompere la comunione che unisce il Padre e il Figlio. Essa inizia con una promessa fortemente illusoria: “Ti darò tutto questo potere e la loro gloria”. L’affermazione è doppiamente ingannevole, prima di tutto perché il diavolo sostiene di avere un potere che in realtà non possiede, basti pensare a tutte le scene di esorcismo presenti nel Vangelo dove si rivela perdente rispetto a Gesù; in secondo luogo, perché la possibilità di avere potere, antica tentazione dei nostri progenitori, è del tutto fallace: l’essere umano è fragile e l’unica forza che può possedere è quella che promana dal suo legame con il Padre. Infine, satana tenta Gesù in merito al suo rapporto di fiducia con Dio suggerendogli di metterlo alla prova; proprio perché Figlio, egli non cade nel tranello e rifiuta di sfidare il Padre: la sua relazione con Lui si esprime unicamente attraverso un abbandono totale e senza riserve, per questo egli non dubita ed è certo di trovarlo al suo fianco nei momenti di difficoltà e di pericolo.