morto don Remigio Fusi

 
 

fonte: articolo estratto da Corriere Eusebiano del 5 settembre 2015

Don Remigio Fusi era un sacerdote dalla vocazione autentica, radicata in Cristo e intensamente vissuta tra la gente, in particolare i sofferenti, per far percepire a tutti la presenza vivificante del Signore nella quotidianità della vita.

Egli stesso fu provato a lungo dalla malattia e obbligato a tenere il letto, ma la sua serenità e il suo sorriso non vennero mai meno perché Dio abitava nel suo cuore e guardava attraverso i suoi occhi luminosi, che si posavano con tenerezza su chiunque gli facesse visita o lo cercasse per una parola di conforto, una direzione spirituale, un’occasione di dialogo. Sapeva accogliere, ascoltare, comprendere. In una parola, sapeva amare. Limpidamente. Dopo averlo incontrato, sia pure per pochi minuti, si tornava a casa più sereni, perché la sapienza di Dio, in don Remigio, lavorava di fino seminando il bene e rigenerando la speranza.

«Oggi siamo qui per celebrare il mistero della vita, non della morte», ha esordito il card. Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo e grande amico di don Fusi, ai funerali presieduti nel pomeriggio di domenica 16 agosto al santuario mariano del Trompone.

Al suo fianco mons. Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza-Bobbio, vercellese di origine, anch’egli legato da profonda amicizia al confratello defunto, numerosi sacerdoti provenienti dalla diocesi eusebiana e da fuori provincia.

Presenti in assemblea diverse autorità civili del territorio.

«Siamo qui – ha proseguito il cardinale – per lodare il Signore e ringraziarlo di averci donato don Remigio, con il quale dobbiamo continuare a mantenerci in dialogo affinché ci guidi dal Cielo, ci faccia sperimentare la misericordia di Dio, ci infonda una carica di amore da coltivare e da trasmettere».

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