Messaggio della Conferenza episcopale Piemonte e V.A.

 
 

Salute mentale: “vicinanza ed inclusione verso i fratelli più fragili e le loro famiglie”

I tempi attuali sono caratterizzati da una forte carica ansiogena. Viviamo immersi in svariate forme d’ansia: si potrebbe quasi affermare che ognuno di noi ha la propria! La solitudine e l’aridità relazionale – nonostante Internet – rafforzano il nostro senso di inadeguatezza e di estrema fragilità. Da qui anche la paura e la diffidenza che spesso si provano per chi si reputa diverso da noi.

Sappiamo padroneggiare sempre meglio le tecnologie, ma nello stesso tempo siamo sempre meno capaci di perseguire e mantenere una modalità di comunicazione che sia profondamente umana: il tempo donato, l’empatia ricercata, la consolazione, il “calore” del linguaggio non verbale e il “balsamo” di quello verbale. Una buona relazione, innestata in una comunità che progredisce in comunione nell’interesse di tutti, può essere una preziosa opportunità per la nostra buona salute mentale. Una comunità che funziona sa dare risposta a molte difficoltà con una efficace azione di prossimità solidale, alleviando il peso di sofferenze che in alternativa verrebbero affrontate in solitudine. La comunità inclusiva ci può aiutare a conoscere meglio le diversità, oltrepassando l’ostacolo del pregiudizio e valorizzando le qualità di ogni persona, anche di chi si pensa sia solo degna di diffidenza o commiserazione.

Auspichiamo una “comunità che guarisce”, una società in grado di accogliere le fragilità e di affrontare alcuni “mal di vivere” e disagi prima che divengano sofferenza psichica o patologia. Con la nostra testimonianza di fedeli in Cristo, dobbiamo evitare di rassegnarci alle ipocrisie o alla ricerca del nostro immediato interesse; dobbiamo ribadire con forza che è possibile avere una vita buona, condivisa nell’interesse comune, in una salda prospettiva di speranza.

Oggi siamo invitati a non lasciarci distogliere dalle false sapienze di questo mondo, ma a seguire Gesù, il Risorto, come unica guida sicura che dà senso alla nostra vita» (Papa Francesco, Regina Coeli, 7 maggio 2017).

Con le nostre azioni, al clima ansiogeno possiamo contrapporre la serenità che viene dall’abbandono nelle mani di Dio.

Con questo messaggio esortiamo le comunità cristiane alla preghiera e alla riflessione su questi temi così carichi di umanità, invitando a scelte coerenti di vicinanza e di inclusione verso i fratelli più fragili e le loro famiglie.

Conferenza episcopale di Piemonte e Valle d’Aosta