L’Ascensione del Signore Mc 16,15-20

 
 

Noi, oggi, siamo Chiesa di Dio –

a cura di Don Gian Franco Brusa –

Gesù con la sua morte, risurrezione e ascensione, dona agli Apostoli la forza di annunciare agli uomini di tutto il mondo la lieta novella, in modo da permettere ad ognuno di noi di vivere sempre secondo la volontà di Dio. Il vangelo di questa domenica è di Marco, che riferisce del momento in cui Gesù, dopo la morte, la risurrezione e le numerose apparizioni, sale in cielo per rimanere sempre con Dio, suo Padre.

Cristo si manifesta agli Apostoli, assegna loro dei compiti molto importanti come, ad esempio, combattere le forze del male, cacciare via e demoni e tutto ciò che spinge a compiere azioni cattive, battezzare coloro che credono in Dio. Conferisce loro anche la facoltà di farsi capire da tutti e la forza di superare le difficoltà. Quindi sale al cielo, per entrare nella gloria di suo Padre, mentre agli Apostoli resta nel cuore ciò che Gesù ha detto loro.

Il messaggio di questa domenica è molto bello e ci permette di ricordare una solennità importante per la Chiesa e per noi tutti: l’Ascensione di Gesù, cioè il momento in cui Egli, in quanto uomo, dopo aver tanto sofferto per noi e aver avuto la possibilità di stare sempre con Dio, vive in Paradiso anche con il suo corpo glorificato. Con l’Ascensione Cristo ci priva della sua presenza visibile, pur restando sempre tra noi.

Nel passo evangelico, un ruolo importante è conferito agli Apostoli, che hanno vissuto a più stretto contatti con Gesù, ne hanno assimilato gli insegnamenti e li hanno diffusi. Egli non è più con loro materialmente, essi ne diventano i portavoce. Un compito importante, che li rende felici: erano rimasti delusi per il fatto che Gesù, dopo aver guarito, consolato, perdonato, insegnato come arrivare in Paradiso, fosse morto in croce. Con la resurrezione hanno capito che, nonostante l’invisibilità, Egli sarebbe restato sempre con loro. Non solo: avendo ricevuto il dono dello Spirito Santo, ossia la forza di operare in nome di Gesù, come Egli aveva indicato loro il modo di vivere correttamente così essi agiscono e indicano ad altri; come Cristo aveva combattuto il male, così fanno anch’essi; come Gesù aveva insegnato loro, gli Apostoli fanno lo stesso con gli altri. E ancora oggi trasmettono il suo insegnamento a tutti noi.

L’Ascensione è per Cristo la conclusione della sua giornata terrena, il suo porsi alla destra del Padre. Per il cristiano è l’offerta di vivere, ora, la triplice presenza di Gesù: quella ordinaria è nei fratelli che ognuno incontra e ai quali dona il proprio amore; quella eccezionale è nella grazia sacramentale; quella invisibile è nella comunione dei santi.

Con l’Ascensione inizia il tempo della Chiesa. Prima gli Apostoli erano rimasti in atteggiamento di destinatari: istruiti da Gesù, ricevevano da lui la Parola e assistevano ai suoi miracoli. D’ora in poi devono destinare ad altri i doni e le esperienze, devono aprirsi alla missione. Cristo, con la sua ascensione, favorisce uno sviluppo della comunità che, in prima persona e con l’aiuto dello Spirito Santo, si avvia lungo le strade del mondo. È la Chiesa adulta. È la nostra Chiesa. E noi siamo chiamati, oggi, a vivere come nuovi apostoli per comunicare a tutti la gioia di guardare ogni giorno a Gesù che sale nell’alto dei Cieli.

Buona domenica