L’Arcivescovo alle celebrazioni pasquali in carcere

 
 

«La Resurrezione testimoniata anche nei luoghi più lontani»

Anche quest’anno il nostro arcivescovo, monsignor Marco Arnolfo, non ha voluto mancare alle celebrazioni pasquali vissute nella Casa circondariale di Vercelli. Tre appuntamenti, nei giorni precedenti il Santo triduo, per testimoniare che la “bella notizia” della Risurrezione di Cristo può e deve giungere anche nei luoghi più lontani, negli “abissi” più profondi nei quali le creature di Dio possono essere cadute, precipitate. Le messe sono state precedute, nella settimana antecedente, dalle celebrazioni penitenziali; dopo la paura della pandemia si è potuti infatti tornare alla confessione individuale, ancor più significativa in questo luogo, ed è stata un’esperienza molto forte per coloro che vi si sono accostati. Sono state le “ confessioni” più belle che abbia ascoltato in tutta questa Pasqua. Nelle due messe con il settore maschile si è voluta celebrare la liturgia del Giovedi santo, nella quale Gesù si dona a noi nell’Eucaristia e si fa servo abbassandosi a lavare i piedi ai discepoli come grande segno d’amore. Un gesto forte che anche monsignor Marco Arnolfo ha voluto compiere per affermare la presenza di Gesù-servo in mezzo a noi, tra lo stupore, la gioia e anche qualche lacrima dei detenuti. Nell’Eucaristia col settore femminile si è celebrata la liturgia della notte di Pasqua arricchita dal battesimo-cresima-eucaristia di una catecumena peruviana detenuta, che ha svolto nella casa circondariale il percorso catechistico grazie alla costante guida di Suor Samuela.
Al termine di ogni celebrazione c’è stato sempre un momento conviviale di sobria festa. Un ringraziamento a tutto il personale della casa, al comandante, agli assistenti ed agli educatori per la presenza e la collaborazione nel rendere possibili questi momenti di grazia. Grazie anche ai detenuti che hanno aiutato nel preparare il salone per le liturgie e a Suor Paola Brioschi e Paolo Lizzi per l’animazione insieme agli altri volontari convenuti.


Don Davide Besseghini Cappellano