Impariamo a pregare – XVII domenica tempo ordinario

 
 

«Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11, 1). Il Vangelo di Luca ci in- segna a pregare attraverso vari testi. Tra i più significativi il passo proposto questa domenica. Luca ci svela che il “Padre nostro” nasce dalla pre- ghiera di Gesù: vedendo il Maestro pregare in quel modo, i discepoli si convincono di non aver mai pregato veramente in vita loro. Il “Padre nostro” è il Vangelo in preghiera che esce dal- la bocca di Colui che è il Vangelo in persona; come afferma anche il nostro Arcivescovo con Tertulliano: «Il Padre nostro è la sintesi di tutto il Vangelo». Il grande teologo Dietrich Bonhoeffer scriveva: «Dio non esaudisce tutti i nostri desideri, realizza tutte le sue promesse». La preghiera, perciò, non de- ve essere considerata una soluzione magica ai nostri problemi, anche se Gesù esorta: «Chiedete e vi sarà dato …» (Lc 11, 9). Di fronte a questo pensiero sorge spontanea una domanda: come imparare a pregare? Si impara… pregando, giorno dopo giorno, quando ci si sente e quando non si desidererebbe farlo. Prega- re significa lasciarsi amare dal Signore, che cambia il nostro sguardo mostrandoci la bellezza della vita e degli altri. Ecco perché il “Padre nostro” ci spinge ad assegnare il primo posto a Dio, non a noi stessi; ci sollecita a far precedere ogni nostra azione e pensiero da quel complesso di atti spirituali chiamati preghiera di lode, di adorazione, di ringrazia- mento. La prima lettera di San Pietro ci invita a mettere in pratica nella quotidianità l’orazione che ci ha insegnato Gesù: «Se pregando chiamate Padre colui che senza riguardi personali giudica ciascuno secondo le sue opere, comportatevi con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio» (1 Pt 1, 17). Alcuni anni fa mi fu con- segnata questa preghiera anonima, che ripeto tutte le sere e che trova, secondo me, un riferimento alla preghiera che il Signore ci ha insegnato: «Signore, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quelle che posso, la saggezza di conoscerne la differenza».