Epifania del Signore Mt 2,1-12

 
 

Scopriamo Cristo nella vita –

a cura di Don Luciano Condina –

Il vangelo di questa domenica ci presenta la visita dei magi alla S. Famiglia. È la storia di qualcuno che parte da lontano e sa arrivare al bersaglio; sa conseguire il risultato del proprio viaggio dopo aver percorso vie che non conosce e trovato persone che non avrebbe mai incontrato altrimenti. Il viaggio è un paradigma molto interessante per chi è alla ricerca del centro della propria vita. Gesù è nato, già c’è ed è Lui che i magi cercano senza conoscerne l’identità. Egli ci precede e dobbiamo stare molto attenti a tutte le ricerche del nulla tipiche della nostra vita: molto spesso, infatti, partono dalle nostre proiezioni e dalle nostre aspettative.

Le cose di Dio non sono quelle che noi con forza mettiamo dentro la realtà e che vogliamo a tutti i costi vedere, sperimentare. Le cose di Dio sono quelle che partono da Lui e sono piene di sorprese. I magi, nel loro viaggio, vengono destabilizzati, messi in movimento dall’irruzione di un evento: la stella. L’iniziativa è di Dio: è Lui che irrompe nel mondo, Lui nasce, Lui c’è. È Lui che, prima ancora di essere cercato dai magi, cerca loro: questo è un elemento fondamentale perché se nelle nostre ricerche partiamo dai preconcetti, non abbiamo nessuna garanzia di arrivare da qualche parte. Dobbiamo riscoprire la presenza di Dio nelle vicende della nostra vita che magari abbiamo disprezzato e dobbiamo rimeditare.

La visita dei magi avviene al tempo di Erode il grande e tutta la loro ricerca si svolge sotto la sua ombra. Cercano un re mentre ce n’è già uno sul trono, che si turba nel venire a conoscenza della nascita di un “rivale”. La ricerca della bellezza avviene sempre sotto un’ombra: della mancanza di fede, dello sconforto, della mediocrità. Questo brano di vangelo ci mostra che esistono la mèta, la luce, la regalità, ma la via per raggiungerle non è ovvia e banale bensì impervia, destabilizzante e sorprendente. I magi sono astronomi e la loro scienza permette loro di osservare, scrutare la realtà. Quanto è difficile avere occhi per vedere il vero, sentire le voci del bene. «Hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono» (Sal 11,5-6) e Isaia (44,9-20) dice lo stesso di chi non riesce a entrare nel reale, luogo in cui avviene la Rivelazione nella vita di ciascuno. I magi sono persone che camminano secondo ciò che si muove nel cielo: non proseguono confidando sulle loro conoscenze, ma umilmente si fidano dell’astro di cui poco sanno. È la santa umiltà necessaria a chi si accinge a muovere i primi passi verso la Luce.

Un altro aspetto fondamentale della figura dei magi è che passano dal seguire un oggetto all’adorare il Re dei Giudei: passano da “qualcosa” a “Qualcuno”. Il loro cammino giunge al termine quando entrano in relazione con il Re tanto cercato e ciò farà sì che il viaggio di ritorno avvenga per altro percorso. Le cose importanti della nostra vita, la nobiltà, la bellezza risiedono per forza in una relazione. Noi “siamo” relazione. C’è Qualcuno dietro le cose, Qualcuno che dobbiamo incontrare: è quel momento in cui si fa un salto di profondità e si passa dall’accumulare cose allo scoprire che abbiamo bisogno di trovare un altro, di passare da qualcosa a Qualcuno, di conoscere chi c’è dietro a tutto. Quante volte capitano cose importanti nella vita di una persona e quante volte l’ateismo si sgretola alla nascita di un figlio; trovarsi tra le braccia una creatura che sorride fa esclamare: «È troppo grande tutto questo, troppo bello perché sia un caso!». Altre persone cominciano invece a intuire un po’ per volta la profondità, lo spessore delle cose, piano piano, a capire che si tratta di un dono, di una visita, di un’irruzione dell’Eterno.

Esiste qualcosa di grande dietro la nostra esistenza e la decisione da prendere è credere alla bellezza della vita cercando fino in fondo Chi ne sia l’autore.