Domenica delle Palme Mc 14,1-15,47

 
 

– a cura di Mons. Sergio Salvini –

con il Signore verso la croce –

Questa domenica segna l’inizio di una settimana singolare e particolare, che ci accompagnerà attraverso momenti diversi fino alla Risurrezione del Signore.
È stata definita «la Settimana grande», la più significativa dell’anno liturgico; il compendio di tutta la vita cristiana, che conosce l’entusiasmo degli inizi, ma passa anche, e necessariamente, attraverso momenti faticosi e drammatici.

Momenti che ci impegnano nella decisione per il Signore, con il quale vorremmo camminare: dall’esultanza del giorno dell’ingresso nella città santa, con ulivi e palme, fino al giorno centrato sull’amore della donazione del suo Corpo, al giorno della croce, e su, su fino alla Risurrezione e al trionfo della vita sulla morte.
Questi giorni santi che andremo a vivere sono un tempo pieno di riti suggestivi che devono coinvolgerci; magari con sentimenti di devozione e di pietà, di commozione, ma soprattutto devono traghettarci verso la vita, in cui esistono sì tante contraddizioni, ma che è il luogo vero della nostra esperienza di fede e della salvezza per tutti gli uomini.

Il ramo d’ulivo che portiamo a casa non può essere caratterizzato solo dalla preoccupazione di salvaguardarlo da possibili disavventure o calamità: non è un talismano, un amuleto con cui assicurarci il presente e il  futuro.
Oggi già si intravede e svetta la croce: è la via per giungere alla risurrezione; la via che richiede coraggio, decisione, disponibilità, certezza che quella e solo quella è la strada per sperare in un mondo nuovo, diverso.

Se la Pasqua è annuncio di vita, ha inizio il tempo dell’annuncio. In un mondo secolarizzato, c’è bisogno in primo luogo non di sacramentalizzazione, ma di annuncio, di primo annuncio, portato con coraggio, determinazione, competenza, soprattutto attraverso la testimonianza.

Un coraggio che non deve mancare ai giovani, altrimenti risulta vana la giornata mondiale a loro dedicata. Se il racconto della passione scandisce i ritmi del triduo sacro, ci aiuti a comprenderli e  a viverli nella maniera più vera; ci aiuti nel cammino di conversione che non deve mai venir meno; ci aiuti a leggere la nostra esperienza in quella variegata umanità che si aggira intorno alla croce.
Gesù sul trono della croce, splendente e trionfante, ha le piaghe gloriose che brillano come diamanti e gli conferiscono una magnificenza che s’irradierà per tutta l’eternità. Gesù risorto continua a guidarci nel cammino della vita, affinché ognuno di noi possa raggiungere quel posto che Egli ci ha preparato.

L’agonia di Cristo continua nella storia della Chiesa, nella storia dell’umanità sofferente, nella storia di milioni di uomini provati nel corpo e nello spirito. Diceva Pascal: «Gesù agonizza sino alla fine del mondo».
Il Signore ci prenda per mano, in questa settimana, per seguirlo lungo la strada che egli stesso ci ha indicato: la via della croce fino alla risurrezione, liberandoci da tante tentazioni.
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«La narrazione della Passione di Gesù è racchiusa dalla preghiera: all’inizio Gesù prega nell’orto degli ulivi, alla fine prega sulla croce con quel grido a Dio Padre, che non è un grido di disperazione ma di speranza…
Tutto ci può essere tolto: la salute, il denaro, la forza, mai la preghiera»

(Anonimo).