Corpus Domini tempo ordinario Mc 14,12-16.22-26

 
 

– a cura di Mons. Sergio Salvini –

La festa del Corpus Domini non è tra le più antiche. La prima volta si celebrò a Liegi nel giugno del 1246, a seguito delle visioni di una suora ospedaliera, Giuliana di Mont-Cornillon, che desiderava rafforzare l’onore per l’Eucarestia di fronte alle insorgenti polemiche contro la presenza reale di Gesù nel pane e nel vino.

Diversi prodigi avvenuti nello stesso periodo – tra cui il miracolo di Bolsena con il corporale insanguinato da un’ostia spezzata da un sacerdote dubbioso, sotto gli occhi della corte pontificia che si trovava a Orvieto – convinsero Urbano IV a estendere la festa a tutta la Chiesa latina.
La solennità affonda le sue radici nell’ultima cena di Gesù con i discepoli, quando trasformò il pane e il vino nel suo corpo e nel suo sangue. Questo mistero sta nel cuore stesso della Chiesa, è anzi fonte e culmine della sua stessa vita. È fede ininterrotta della Chiesa che nell’Eucarestia – tocchiamo una delle dimensioni della “carnalità” del cristianesimo – vi sia il “corpo” di Cristo, secondo le parole pronunciate da Lui stesso.

Con questa festa, dunque, si sottolinea in modo particolare la presenza reale di Gesù nell’Eucarestia. E potremmo aggiungere che Egli non è presente in qualsiasi modo nell’Eucarestia, ma come pane “spezzato”, ossia come Colui che continua a donare la propria vita per la salvezza di tutti. Gesù continua a “spezzarsi” per noi e a versare il suo sangue per la nostra salvezza.
Il “pane consacrato” polemizza con il nostro modo consumistico di vivere, con la tensione alla salvaguardia spasmodica di noi stessi e dei nostri interessi particolari; quel “pane santo” è una contestazione, silenziosa ma decisa, di un mondo ripiegato su se stesso. È significativa allora la processione con l’Eucarestia che in questo giorno si fa lungo le strade delle città.

C’è bisogno che si veda Gesù passare nuovamente sulle nostre strade per salvare e aiutare tutti. C’è bisogno che il “corpo” di Cristo si veda ancora camminare per le vie del mondo. Si legge in un Padre della Chiesa: “Quanta gente dice oggi: vorrei vedere il volto di Cristo, i suoi lineamenti, le sue vesti, i suoi sandali”. Ebbene, è Lui che vedi, che tocchi, che mangi! Desideri vedere le sue vesti; ed è Lui stesso che si dona a te non solo per esser visto, ma toccato, mangiato, accolto nel cuore. Nessuno dunque si avvicini con indifferenza o con mollezza; ma tutti vengano a lui con l’anima ardente di amore».
Alla processione eucaristica del Corpus Domini si potrebbe accostare quell’altra processione quotidiana di poveri che attraversa le nostre strade. Anch’essi sono il “corpo di Cristo” e attraversano, tra l’indifferenza dei più, i nostri passi.
Il messaggio è chiaro: entrambi sono corpo reale di Cristo. E Cristo non è diviso. A meno che non lo dividiamo noi.
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«L’Eucaristia è destinata alla nostra cristiana santificazione; è istituita perché diventiamo fratelli; è celebrata dal Sacerdote, ministro della comunità cristiana, perché da estranei, dispersi, e indifferenti gli uni agli altri, noi diventiamo uniti, eguali ed amici; è a noi data, perché da massa apatica, egoista, gente fra sé divisa e avversaria, noi diventiamo un popolo, un vero popolo, credente ed amoroso, di un cuore solo e d’un’anima sola (cfr. Act. 4, 32, Paolo VI).