1ª Domenica di Quaresima

 
 

Commento al Vangelo Mc 1,12-15 a cura di Luciano Condina

Da questa settimana e per tutto il periodo della Quaresima, al commento del Vangelo domenicale si aggiunge la rubrica “A Tu per tu”, che rilancia una sintetica riflessione proposta dal Centro diocesano vocazionale.

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All’inizio della quaresima la liturgia presenta sempre l’immagine di Gesù in lotta con il demonio nel deserto, priva delle tre tentazioni nella redazione di Marco. È stato appena battezzato, dunque ci si aspetta che possa partire immediatamente per la sua missione, invece «subito lo Spirito lo sospinse nel deserto» (Mc 1,12).

Ciò che precede la missione – l’annuncio del regno di Dio – è il deserto, grande categoria biblica che simboleggia la formazione, la trasformazione e la verifica della propria solidità; è un passaggio obbligato. I 40 anni nel deserto trascorsi dagli ebrei – evocati dai 40 giorni di Gesù – sono il tempo necessario a trasformare degli schiavi in uomini liberi.

Nel libro dei Numeri constatiamo che gli ebrei arrivano presto alla terra promessa: mandano esploratori, ricevono notizie, ma si rifiutano di entrare. Dicono i rabbini: «Ci volle una notte per liberare Israele dall’Egitto, ma poi ci vollero 40 anni per togliere l’Egitto dal cuore degli Israeliti». Non basta una vincita milionaria per trasformare un povero in un ricco, perché è necessario avere la giusta maturità e sapienza per gestire un’immensa somma di denaro: potrà essere soltanto un arricchito  e tutti conosciamo storie di arricchiti che distruggono la propria vita e quella altrui, a causa dell’inadeguatezza nella gestione del denaro; così come non si trasforma un cafone in un nobile acquistando semplicemente il titolo.

Passare dall’essere semplici creature di Dio a figli di Dio e incarnare la sua nobiltà necessita di un percorso obbligato, certamente di sacrificio. Significa passare dalla “fase orale” alla “fase adulta”, cioè dall’essere una “bocca da sfamare” all’essere “mani che sfamano”.

Guai sottrarsi alle difficoltà della vita credendo che essa consista nel dover star sempre bene, in consolazione perenne! Non è vero.

Nel deserto di Giuda – a differenza di quello sahariano – è presente la vita, con animali selvatici e arbusti spinosi, che rappresentano un’altra categoria biblica fondamentale: sono una metafora per rappresentare i “mostri interiori” che il cuore dell’uomo coltiva e che solo nel deserto possono vedersi e manifestarsi.

È stato curioso osservare nel tempo di rigido lockdown come la fauna selvaggia si sia riavvicinata alle città in modo alquanto sorprendente; anche Chernobil – che noi immaginiamo deserta e inospitale – in realtà si è completamente ripopolata di animali selvaggi. Tutto ciò rimanda al deserto come luogo ideale per trovarsi faccia a faccia con i propri animali selvaggi, con quanto di irrisolto ci portiamo dentro e necessita conversione.

L’iniziativa che ci conduce a questo processo di trasformazione e di crescita è di Dio, perché è lo Spirito a condurre nel deserto; e il diluvio mandato da Dio – descritto nella prima lettura – serve a distruggere ciò che noi non sappiamo, non vogliamo e non possiamo eliminare.

Dio non può fare alleanza con le nostre menzogne.

In questo cammino, certamente faticoso e doloroso, scopriamo che «gli angeli lo servivano» (Mc 1,13), ossia che non siamo soli in questa trasformazione ma affiancati da angeli, che è necessario scorgere con occhi illuminati dalla fede. La Quaresima è il tempo giusto per scoprire le cose irrisolte della nostra vita e affrontare i mostri. Entriamoci sapendo che c’è tanto da convertire in noi stessi e che Dio è con noi.

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– A Tu per tu – Focus vocazionale di quaresima

Alle tentazioni che Gesù subisce nel deserto, in qualche modo fanno seguito le nostre personali tentazioni. Predicava san Giovanni Paolo II: «Voi incontrerete ladri che tenteranno di ingannarvi, vi diranno: “Pensa a te stesso, non preoccuparti degli altri”… Ma voi non esitate nel fare affidamento sulla forza di Cristo, credete che il suo amore vi sosterrà sempre nel servizio ai vostri fratelli e sorelle… Vorrei chiedere a ciascuno di voi: che farai della tua vita? Quali sono i tuoi progetti? Credi che ci sia qualcosa di più grande che portare Cristo agli uomini?».

Cdv